Posts tagged ‘classical’

April 11, 2012

L’Incredibile Viaggio finally live @iTunes!

by Renato Zampieri AKA Seizon

It’s free.

It’s full of colors.

It’s full of music.

It’s easy reading.

It’s my short story, L’Incredibile Viaggio. Free @ iTunes.

Don’t miss it!

May 16, 2011

New Seizon Review! 9+/10

by Renato Zampieri AKA Seizon

Here it is: another good review, another italian-text-only. Super Google Translator, help my readers!

Lo Shoegaze è spesso visto come genere da finocchio, loffio e di seguaci Nerd. In fondo non è popolare e neanche riconosciuto come vero genere. E’ una di quelle cose che o la si capisce o la si ripudia in eterno. Inoltre non è neppure un qualcosa di “pregiato”: nella storia della musica ha marcato troppo poco e tutt’ora si mostra come un qualcosa di estraneo per le orecchie di molti ascoltatori. Tuttavia devo ammettere che una volta che ti prende, a levartelo di dosso è davvero tosta.

Un esempio è proprio quello che vi sto recensendo. Shoegaze con mix Orchestrale, tutto madre patria Italia. Renato Zampieri è un trentenne a cui piace fare solo buona e sana musica e con questo suo quinto lavoro da solista vi stupirà particolarmente. The Last Vestige of Gaia è composto da 4 canzonacce per un totale di quasi 40 minuti.

Nella prima canzone, la stessa The Last Vestige of Gaia, di ben 20 minuti, l’ascoltatore si ritrova a far fronte ad un colosso di apparente confusione, ma che se ascoltato per bene si semplifica minuto dopo minuto. Una cosa davvero speciale sta nella suddivisione della suite: essa è smantellata in ben 10 minitracce apparentemente tutte uguali ma delle quali, ad un buon ascoltatore, non può sfuggire l’ingegno. Esse infatti hanno come base lo stessa tema o melodia tratti da poche note, e durante le varie tracce la si vede rigirarsi e specchiarsi nei più disparati generi ed introspezioni. Se proprio devo dirla tutta mi ha ricordato molto Catch 33 dei Meshuggah, spero sappiate a cosa mi riferisco. Così si viene a creare un caleidoscopio a 10 facce simili ma differenti: dalle melodie più ermetiche sino ai sipari più fugaci e soventi. Un gran bel percorso dentro la nostra mente e spiritualità. Ottima suite. Una piccola critica la devo fare alla gestione delle minitracce che in fondo risultano troppe e troppo affrettate: ognuna ha una durata che varia da 1 a 3 minuti, ma in alcuni casi sento che per marcare la scena ci sarebbe stato bisogno di più minuti. Mi rivolgo soprattutto a trame come IV.Caeleste Signum, VI.Ira e IX.Salus. Per concludere, la suite non trasmette perfettamente il senso di “viaggio” e di “ricerca interiore” che secondo me si voleva/doveva trasmettere. Ma in fondo è solo una piccola critica soggettiva, e il tutto rimane sempre un gran bel pezzaccio da colonna sonora.

Se la prima enorme suite era dedicata allo Shoegaze più spirituale le ultime 3 tracce si rifanno più ad un Orchestrale molto, ma molto ragionato. Le strofe si fanno più classiche… trombe, tromboni, mandolini, violini, pifferi, arpe, vocioni, tamburrelloni, pianoforti e gong sono sparsi in maniera accurata e precisa, il che dimostra grande intelligenza ma soprattutto grande lavoro materiale (con l’orologio). Inutile andare nel particolare ma devo proprio ammettere che le tracce hanno quei giretti di note che, a lungo andare, si vanno a depositare sottoforma di ingranaggio nei pressi della nuca; e per un po’ si è felici solo se l’ingranaggio gira… e l’ingranaggio gira solo se si ascoltano queste benedette tracce.

Che dire!? 40 minuti gestiti come solo un Dio sa fare, qualità eccellente ma soprattutto gran bei contenuti… sin troppo per un underground.

In conclusione spero che questo The Last Vestige of Gaia sia solo il continuo di una lunga ed accurata produzione. Poi, cavoli, un italiano bravo quando ci ricapita più?

VOTO: 9+/10


TRACKLIST:

1. The Last Vestige Of Gaia

2. The Dark Movements 2

3. The Mask Said

4. The Dark Movements 3